martedì 30 gennaio 2018

Gli Scacchi come organismo di Marco Gandolfo


Considerare gli Scacchi come organismo ( 1 ) , consente, fin dalle prime fasi d'apprendimento di evitare concezioni erronee che avrebbero come conseguenza di ritardare la conoscenza del gioco per quel che esso è. I sedici pezzi componenti le forze dei due schieramenti non vanno visti come la somma numerica di elementi distinti, ma come facenti parte di un organismo dotato di varie funzioni, quali quelle svolte dal Re, dalla Donna, dalle Torri, dagli Alfieri ecc…Il Re in questo contesto rappresenta il cuore ( 2 ), si tratta dell'elemento centrale dell'intero organismo, che in quanto tale va accuratamente difeso dagli attacchi che le forze nemiche potrebbero porre in atto. ( 3 )

Una visione che vede nella propria muta un organismo comporta una presa di coscienza che dovrebbe  portare il conduttore a un cambiamento di prospettiva e alla conseguente ricerca tesa verso l'attuazione di un'armonizzazione di sè stesso e delle proprie forze. I progressi verso tale fine saranno testimoniati dai movimenti dei pezzi , che agiranno e si relazioneranno come una cosa sola. Quando tale fatto sarà divenuto norma, sarà palese attestazione del conseguimento di una effettiva armonizzazione.

Tale unificazione non potrà prescindere da una prcedente modificazione di prospettiva interiore , poiché affinché tale processo  possa aver luogo sulla scacchiera sarà necessario che il conduttore abbia conseguito una sia pur relativa fase di unificazione in sé stesso, dato che le cose procedono dall'interno all'esterno e non viceversa. Di conseguenza il conduttore dovrà giungere, fin dalle prime fasi dell'apprendimento a concepire i pezzi da lui guidati non come entità separate da lui, ma come prolungamenti di sé stesso, similmente all'attitudine di  un cavaliere medievale o di un samurai nei confronti della propria spada.


L'effettiva armonizzazione delle proprie forze è il segno distintivo indicante il raggiungimento della maestria scacchistica. ( 4 )


Questo approccio al gioco degli Scacchi permette di sviluppare prospettive e attitudini che non sono prese in considerazione nell'Occidente moderno. Ciò non significa non considerare gli aspetti tecnici inerenti al gioco, né tanto meno gli aspetti agonistici, quanto di rapportarli con altre qualità che gli Scacchi portano in sé stessi, principalmente grazie al simbolismo  loro inerente, che consente, se correttamente inteso, di portare a una graduale conoscenza di noi stessi mediante un progressivo e certamente non facile processo di unificazione e di armonizzazione. ( 5 )


Note


1 - In ogni gioco tradizionale, orientale e occidentale, non necessariamente strategico l'insieme dei pezzi possono e debbono essere considerati nello stesso modo.


2 - “...il re sarà il cuore o lo spirito e le altre figure saranno le diverse facoltà dell’anima. Le loro mosse corrispondono d’altronde a differenti modalità di realizzazione delle possibilità cosmiche rappresentate dalla scacchiera...”

Titus Burckhardt - Il simbolismo degli scacchi


3 - Una considerazione curiosa: i Pedoni sono definiti lo scheletro della posizione. Ora il cuore è protetto dalla cassa toracica, il Re una volta arroccato è protetto principalmente da una falange di Pedoni.


4 - il genere di maestria scacchistica a cui si fa qui riferimento non ha a che vedere con quella che possono vantare giocatori che hanno raggiunto il titolo di maestro in seno ad una federazione agonistica.


5 - Per quanto ci è dato sapere in Oriente i giochi strategici venivano aprezzati ed in certi ristretti ambienti lo sono tutt'ora in quanto veicolavano e veicolano un insegnamento spirituale.


Marco Gandolfo


Milano 30 - 1 - 2018

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