E' uno scritto denso, accurato, che non potrà non suscitare l'interesse degli amanti dei giochi e fornire loro modalità adeguate per accostarsi ad essi con rinnovato interesse.
Riportiamo quanto viene scritto riguardo Los escaques que sse juegan por astronomía:
Il tavoliere di questo gioco si compone di sette cerchi concentrici,
ognuno a rappresentare un pianeta: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte,
Giove, Saturno. Dal centro partono 12 raggi che dividono il tavoliere in
12 segmenti uguali, uno per ogni segno dello Zodiaco. Ogni corona
circolare attraverso cui passerà la pedina è divisa in caselle bianche e
nere che danno a tutto il tavoliere l’aspetto di una scacchiera. In
ogni segmento di Zodiaco il cerchio della Luna ha una casella, Mercurio
2, Venere 3, Sole 4, Marte 5, Giove 6, fino a Saturno che ne ha 7.
Devono giocare 7 persone e il dado deve essere di 7 facce. Si tira a
sorte il pianeta di ciascuno, a seconda del punto uscito sul dado
eptaedrico: 1=Luna, 2=Mercurio ecc. C’è una pedina per ogni pianeta del
sistema tolemaico, con una figura a rappresentare il pianeta. I pianeti
vengono collocati inizialmente nel seguente modo: la Luna nel Cancro,
Mercurio nella Vergine, Venere nel Toro, il Sole nel Leone, Marte nello
Scorpione, Giove nel Sagiltario e Saturno nell’Acquario. I giocatori, a
turno (comincia chi vince la battaglia), avanzano il proprio
pianeta a seconda dei punti ottenuti lanciando il dado eptaedrico:
entrando in altri segni dello Zodiaco si vince o si perde denaro a
seconda del rapporto che il pianeta ha con gli altri: la congiunzione (i due pianeti sono nello stesso segno) suppone la perdita di 12 poste, l’ opposizione (6 segni di distanza) di 6 poste, la quadratura (4 segni di distanza) di 4 poste. Al contrario se un giocatore entra in trigono (3 segni di distanza) vince 3 poste all’altro pianeta, se in sestile (2
segni di distanza) vince 2 poste. Differente, e a mio avviso erronea,
l’interpretazione di MURRAY 1913, p. 350: «Each luminary keeps to its
own path, but points are scored whenever a player moves his piece in
sextile (i.e. 2 ‘houses’ distant from another piece), when he wins 24
from the other player, or trine (i.e. 4 ‘houses’ distant), when he wins
36. If, however, he plays in quadrature (3 ‘houses’ distant) he loses
36, if in opposition (6 ‘houses’ distant) he loses 72, and if in
conjunction (the same ‘house’ with another piece) he loses 12» [«Ogni
pianeta resta nella propria orbita, ma i punti sono attribuiti ogni
volta che un giocatore muove la sua pedina in sestile (cioè a due
caselle di distanza da un’altra pedina), per cui vince 24 poste
dell’altro giocatore, o in trigono (cioè quattro caselle di distanza),
per cui vince 36 poste. Tuttavia, se va in quadratura (cioè tre caselle
di distanza), perde 36 poste, se in opposizione (6 caselle di distanza)
perde 72 poste, se in congiunzione (la stessa casella di un’altra
pedina) perde 12 poste»]. Inoltre, la descrizione fatta da MURRAY 1952,
pp. 156-57, non dà conto esatto dello svolgimento del gioco, visto che
non indica le posizioni di partenza di ciascun pianeta, e fornisce
un’indicazione imprecisa circa il modo di muovere le pedine: secondo
Murray infatti «the moves are given by the throws of a seven-sided dice,
a throw of 1 moving the Moon, 2 Mercury, etc.» [«si muove a seconda dei
punti di un dado da sette facce: 1 fa muovere la Luna, 2 Mercurio
ecc.»]. Il rapporto fra punto dei dadi e pianeti serve solo a
determinare il pianeta assegnato a ciascun giocatore: il movimento dei
pianeti, come si è visto, è invece determinato dal punto ottenuto di
volta in volta dal giocatore cui il pianeta appartiene.
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