martedì 16 maggio 2017

Alfonso X – Libro de los juegos – Svolgimento dei giochi descritti nel trattato - di Paolo Canettieri

Segnaliamo questo articolo davvero interessante di Paolo Canettieri che fornisce  una descrizione per ciascuno dei giochi presenti nel trattato, nell’ordine in cui essi si succedono nel Libro.


E' uno scritto denso, accurato, che non  potrà non suscitare l'interesse degli amanti  dei giochi e fornire loro modalità adeguate per accostarsi ad essi con rinnovato interesse.

Riportiamo quanto viene scritto riguardo  Los escaques que sse juegan por astronomía:

Il tavoliere di questo gioco si compone di sette cerchi concentrici, ognuno a rappresentare un pianeta: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno. Dal centro partono 12 raggi che dividono il tavoliere in 12 segmenti uguali, uno per ogni segno dello Zodiaco. Ogni corona circolare attraverso cui passerà la pedina è divisa in caselle bianche e nere che danno a tutto il tavoliere l’aspetto di una scacchiera. In ogni segmento di Zodiaco il cerchio della Luna ha una casella, Mercurio 2, Venere 3, Sole 4, Marte 5, Giove 6, fino a Saturno che ne ha 7. Devono giocare 7 persone e il dado deve essere di 7 facce. Si tira a sorte il pianeta di ciascuno, a seconda del punto uscito sul dado eptaedrico: 1=Luna, 2=Mercurio ecc. C’è una pedina per ogni pianeta del sistema tolemaico, con una figura a rappresentare il pianeta. I pianeti vengono collocati inizialmente nel seguente modo: la Luna nel Cancro, Mercurio nella Vergine, Venere nel Toro, il Sole nel Leone, Marte nello Scorpione, Giove nel Sagiltario e Saturno nell’Acquario. I giocatori, a turno (comincia chi vince la battaglia), avanzano il proprio pianeta a seconda dei punti ottenuti lanciando il dado eptaedrico: entrando in altri segni dello Zodiaco si vince o si perde denaro a seconda del rapporto che il pianeta ha con gli altri: la congiunzione (i due pianeti sono nello stesso segno) suppone la perdita di 12 poste, l’ opposizione (6 segni di distanza) di 6 poste, la quadratura (4 segni di distanza) di 4 poste. Al contrario se un giocatore entra in trigono (3 segni di distanza) vince 3 poste all’altro pianeta, se in sestile (2 segni di distanza) vince 2 poste. Differente, e a mio avviso erronea, l’interpretazione di MURRAY 1913, p. 350: «Each luminary keeps to its own path, but points are scored whenever a player moves his piece in sextile (i.e. 2 ‘houses’ distant from another piece), when he wins 24 from the other player, or trine (i.e. 4 ‘houses’ distant), when he wins 36. If, however, he plays in quadrature (3 ‘houses’ distant) he loses 36, if in opposition (6 ‘houses’ distant) he loses 72, and if in conjunction (the same ‘house’ with another piece) he loses 12» [«Ogni pianeta resta nella propria orbita, ma i punti sono attribuiti ogni volta che un giocatore muove la sua pedina in sestile (cioè a due caselle di distanza da un’altra pedina), per cui vince 24 poste dell’altro giocatore, o in trigono (cioè quattro caselle di distanza), per cui vince 36 poste. Tuttavia, se va in quadratura (cioè tre caselle di distanza), perde 36 poste, se in opposizione (6 caselle di distanza) perde 72 poste, se in congiunzione (la stessa casella di un’altra pedina) perde 12 poste»]. Inoltre, la descrizione fatta da MURRAY 1952, pp. 156-57, non dà conto esatto dello svolgimento del gioco, visto che non indica le posizioni di partenza di ciascun pianeta, e fornisce un’indicazione imprecisa circa il modo di muovere le pedine: secondo Murray infatti «the moves are given by the throws of a seven-sided dice, a throw of 1 moving the Moon, 2 Mercury, etc.» [«si muove a seconda dei punti di un dado da sette facce: 1 fa muovere la Luna, 2 Mercurio ecc.»]. Il rapporto fra punto dei dadi e pianeti serve solo a determinare il pianeta assegnato a ciascun giocatore: il movimento dei pianeti, come si è visto, è invece determinato dal punto ottenuto di volta in volta dal giocatore cui il pianeta appartiene.

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