Segnaliamo l'interessante studio di Paolo Canettieri : ALFONSO X – Libro de los juegos – Gli scacchi dal quale riportiamo i seguenti passi...
"Ciò che più affascina l’uomo di casta nobile e guerriera è la relazione
fra volontà e destino e il gioco degli scacchi illustra proprio questa
relazione, in quanto i suoi concatenamenti restano sempre intelligibili
senza essere limitati nella loro varietà. Ad ogni fase del gioco, il
giocatore è libero di scegliere fra varie possibilità, ma ogni mossa
comporterà una serie di conseguenze ineluttabili: la necessità
delimiterà la libera scelta, facendo sì che il termine del gioco non
rappresenti il frutto del caso, bensì il risultato di leggi rigorose. E’
qui che si rivela non soltanto la relazione fra volontà e destino, ma
anche fra libertà e conoscenza: prescindendo da eventuali inaccortezze
dell’avversario, il giocatore manterrà la propria libertà d’azione nella
misura in cui le sue dimensioni coincideranno con la natura stessa del
gioco, ovvero con le possibilità che questo implica. In altri termini,
la libertà d’azione va in questo caso di pari passo con la preveggenza e
con la conoscenza delle possibilità; l’impulso cieco, di contro, per
quanto possa apparire libero e spontaneo in un primo momento, si rivela a
conti fatti come una non-libertà. L’“arte regia” sta nel governare il
mondo (esteriore o interiore) in conformità con le leggi che gli sono
proprie e presuppone la sapienza, che è conoscenza delle possibilità
contenute in sintesi nello Spirito universale e divino. La vera sapienza
è l’identificazione più o meno perfetta con lo Spirito simboleggiato
dalla qualità geometrica della scacchiera (lo Spirito o il Verbo è la
“forma delle forme”, vale a dire il principio formale dell’universo),
“sigillo” dell’unità essenziale delle possibilità cosmiche. Lo Spirito è
la Verità e in essa l’uomo è libero, fuori di essa è schiavo del
destino. Questo è l’insegnamento del gioco degli scacchi. Colui che
pratica il gioco non vi trova solo un passatempo, un modo di sublimare
la sua passione guerriera e la sua sete d’avventura, ma anche (in
proporzione alla sua capacità intellettuale) un supporto speculativo,
una via che dall’azione porta verso la contemplazione."
Nessun commento:
Posta un commento